Il mito dei Borbone by Andrea Mammone

Il mito dei Borbone by Andrea Mammone

autore:Andrea Mammone [Mammone, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-06-18T12:00:00+00:00


VIII

GLI ALFIERI DEL RE

Carlo Alianello può essere considerato il padre nobile degli storici neoborbonici. Il suo romanzo L’alfiere, pubblicato nel 1942, narra la storia di un soldato delle Due Sicilie che non tradisce Francesco II e combatte contro i garibaldini.1 Insieme a un giovane francescano, egli vede il suo amato regno sgretolarsi e l’Italia diventare una nazione sotto l’effigie della monarchia sabauda. Raccontando per primo, in forma narrativa, gli eventi attraverso gli occhi dei vinti, il volume avrà, a livello di simbolismo, un significativo impatto sull’immaginario dei futuri revisionisti. Lo scrittore e sceneggiatore Alianello pubblicò altri romanzi storici simili, ma L’alfiere fu l’unico a divenire uno sceneggiato televisivo.

Gianandrea de Antonellis, sul blog del Movimento Neoborbonico, descrive il romanziere come un grande divulgatore capace di rendere accessibili «vicende che è bene facciano parte integrante della nostra cultura» e «narrazioni che la storia ufficiale ha voluto cancellare e che possono essere rese note più facilmente sotto l’aspetto di romanzi storici piuttosto che attraverso imponenti saggi che non potrebbero mai raggiungere la stragrande maggioranza dei lettori».2 Lo stesso de Antonellis, un monarchico cattolico e tradizionalista, con qualche docenza in università minori, si era cimentato con un romanzo a sfondo storico, ma con un successo di gran lunga inferiore, per raccontare le gesta dei soldati borbonici da Gaeta a Civitella.3 Questa sua recensione all’Alfiere contiene anche un parallelismo (che ritroveremo) con un’altra comunità di sconfitti: «La leggenda vuole che molti soldati della Repubblica Sociale portassero [il libro di Alianello] con sé: negli avvenimenti dell’invasione sabauda e della conseguente guerra civile del 1860 essi vedevano rispecchiate le loro vicende e si identificavano in chi … aveva deciso di mantenere fede all’impegno preso con il giuramento militare. Li accomunava anche lo stesso tipo di guerra, destinata ad essere perduta e che proprio per questo appariva più gloriosa. Senza speranza, come il motto dei difensori di Civitella del Tronto ripreso da alcuni reparti della R.S.I.».4

Molti anni dopo Alianello scrisse invece un vero e proprio saggio sulla «conquista» del Meridione (1972) che avrebbe fornito ulteriore ispirazione agli scritti odierni di controstoria.5 Anche questo manoscritto non poteva non suscitare un forte interesse in ambienti antirisorgimentali. Un «libro rivoluzionario» secondo il «capitano» Alessandro Romano, un «ufficiale» neoborbonico di un immaginario esercito di una immaginaria casata duosiciliana. Il titolo onorifico gli era stato conferito dalla principessa Borbone per le sue «ricerche storiche».6 Romano, in un articolo apparso sempre sul blog del Movimento Neoborbonico, suggeriva che questo saggio di Alianello inaugurava la «stagione della divulgazione della verità storica».7

Questa prima forma di neoborbonismo aveva avuto un rilevante precursore in quel patriottismo borbonico e cattolico post 1861 che più tardi fornirà i miti e il simbolismo anche al revisionismo odierno. Soprattutto gli anni dal 1861 al 1866, con Francesco II che lascia Gaeta e forma il governo in esilio a Roma, sono di centrale importanza in questa revisione storica. In quel periodo così significativo per lo Stato e per l’identità italiana si sviluppa la narrazione dei vinti e dei resistenti eroici e inizia la



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